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Cometa 67P/Churyumov

Garasimenko immortalata dalla sonda europea Rosetta

 

Lontano dal Sole, le comete sono gelidi corpi senza vita. Quando si avvicinano al Sistema Solare interno, il calore del Sole fa sublimare gli strati di ghiaccio più esterni, trascinando sulla superficie particelle di polvere. In questo modo si forma la chioma, un mantello di gas e polvere. Già nelle immagini delle missioni cometarie precedenti a Rosetta, come la sonda Giotto che visitò la cometa di Halley nel 1986, era evidente come all’interno della chioma fossero visibili getti distinti di gas e polvere che si estendono per svariati chilometri nello spazio.

Utilizzando la fotocamera del lander Philae, la sonda Rosetta si è scattata un piccolo “selfie” con la cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko. L’immagine, scattata il 07/09/2014 da una distanza di circa 50 km, mostra la cometa e il lato della sonda Rosetta con uno dei suoi pannelli solari lunghi 14 metri. Per ottenere questa immagine sono state scattate e combinate due immagini con tempi di esposizione diversi per far risaltare i dettagli più deboli.

 

 

La sonda europea Rosetta ha viaggiato per dieci anni nello spazio in attesa di incontrare l’obiettivo della sua missione la cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko. Il 12 novembre 2014 venne sganciato per la prima volta un piccolo lander Philae che Rosetta portò con sé per tutto il viaggio. Purtroppo durante l’atterraggio gli arpioni del lander non si aprirono correttamente e il risultato fu che Philae rimbalzò per circa due ore prima di fermarsi in un sito dove la possibilità di contatto e di ricarica solare erano limitati. Nonostante tutto Philae è riuscito a fornirci immagini, dati e informazioni fondamentali per lo studio della comete.

Un primo importante risultato ottenuto dalla missione europea Rosetta è stata la possibilità di vedere direttamente il nucleo della cometa, il quale ha mostrato la sua forma a “papera”. Non è ancora chiaro se questa forma, diversa dalle previsioni, sia una conseguenza della sua storia di formazione o di una sua progressiva erosione. I ricercatori si sono interrogati a lungo circa la struttura e sull’importanza delle comete: potrebbero essere i mattoni da cui si sono poi formati i pianeti? Grazie ai dati raccolti da Rosetta oggi abbiamo alcune risposte a queste domande.