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Cleto Tomba

La vita scultorea di Cleto Tomba

Cleto Tomba nasce a Castel San Pietro Terme il 19 agosto 1898 da Gualtiero Pompeo Tomba e Albina Cimatti. L’incontro con la scultura avviene in tenera età, modellando piccole figure con la creta che trovava avventurandosi lungo il fiume.

Alla morte del padre, nel 1909, Cleto fa il garzone presso molte botteghe artigiane ma frequenta anche la Scuola d’Arte di Palazzo Ercolani di Bologna.

Terminate le scuole elementari, nel 1912, realizza i mascheroni per le acque delle Terme di Castel San Pietro. Nel 1913 inizia i Corsi Comuni al Reale Istituto di Belle Arti (Accademia) di Bologna, dove si diploma nel 1917 sotto la guida di Pasquale Rizzoli. Nel 1922 vince il concorso per il «Monumento ai Caduti» di Imola, poi non eseguito, mentre esegue e vince il concorso per quello di Casola Valsenio. Nel 1923 esegue la scultura commemorativa all’ossario del cimitero di Imola ed ottiene il secondo premio nel concorso per il «Monumento ai Caduti» di Sampierdarena.

Nel 1924 si trasferisce a Bologna dove stringe amicizia con gli artisti Nino Bertocchi, Sandrino Cervellati, Melchiorre Bega, Nino Corazza e Ferruccio Giacomelli.

Cleto in questo periodo è uno scultore affermato, con uno stile tutto personale, tanto da essere invitato nel 1928 alla XIV° Biennale di Venezia partecipando con la scultura in gesso «La marcia su Roma» mentre, l’anno successivo, partecipa alla mostra Internazionale d’Arte di Barcellona esponendo la scultura la giocosa «Manzoniana», riproposta alla Sindacale torinese due anni dopo.

A partire dalla metà dagli anni Trenta abbandona i soggetti monumentali e realizza opere di piccolo formato, le “figurine” che costituiscono l’effigie della vita quotidiana dei poveri e dei ricchi, con le quali parteciperà a numerose mostre nazionali, internazionali e sindacali.

Nel 1937 ottiene la cattedra di figura e ornato modellato al Liceo Artistico di Bologna, cattedra che occuperà fino al 1968.

Le opere plastiche di Cleto Tomba hanno raccolto consensi in tutto l’ambiente italiano ed internazionale con un linguaggio semplice ed immediato, specialmente dopo la fortunata mostra che, su sollecitazione di Enzo Biagi, ordina alla Galleria Gussoni di Milano.

Le sue “figurine” ironiche e, talvolta, irriverenti indagano senza indulgenza e con rara attenzione vizi e virtù, passioni e dignità, di una vita che scorre inesorabile.

Nel 1960 Cleto Tomba viene nominato Accademico di S. Luca. Cleto Tomba muore a Bologna il 29 novembre 1987.

La produzione di Cleto Tomba, incentrata sulle realizzazioni scultoree, contava di una preparazione a disegni, sia come forma d’arte autonoma, sia come fase preparatoria alle opere plastiche realizzate in terracotta, gesso e cemento bianco patinato ma anche, dal secondo dopoguerra, in bronzo. Non mancano alcune opere tradotte da fonderie specializzate in ghisa e ceramica.

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